Sanihelp.it -Da quando è nata la primogenita Mark Zuckerberg, milionario creatore del social network più utilizzato del mondo, Facebook, assieme alla moglie Priscilla, ha aumentato la sua presenza all'interno di notiziari e quotidiani per mezzo di scelte radicali. La prima, quella che probabilmente ha fatto più discutere, è stata la decisione di annunciare che avrebbe devoluto il 99% delle sue ricchezze, un'enormità, alla causa di organizzazioni non-profit la cui missione veniva avvertita dall'imprenditore americano come particolarmente urgente e importante: questo per lasciare in eredità alla piccola Max un mondo migliore, dove poter crescere e coltivare i propri sogni e le proprie ambizioni.
Ma la primogenita è stata anche ultimamente protagonista di una campagna pro-vaccinazioni, di cui Zuckerberg ha deciso di ergersi a testimonial. Per farlo, ha scelto ovviamente il canale a lui più congeniale e preferito: Facebook, per l'appunto. Il creatore del social network ha postato in questi giorni una foto che lo ritrae assieme alla piccola prima di sottoporla alle profilassi di rito: la frase che l'accompagna, «dal dottore: è ora di fare i vaccini» , è stata recepita come uno schierarsi a favore di questa pratica medica, ultimamente messa in discussione da alcune illazioni, peraltro smentite a più riprese dalla comunità scientifica, secondo cui indurrebbe autismo. In men che non si dica l'immagine ha fatto il giro del mondo, ottenendo in risposta ben 2,6 milioni di «likes» e quasi 60 mila commenti.
La maggior parte delle persone che hanno fatto sentire la propria opinione tramite il social network si è schierata a favore dell'iniziativa di Zuckerberg, che da quando è diventato padre sembrerebbe particolarmente attivo a livello di cause sociali. D'altronde le mancate vaccinazioni, secondo i dati riportati a maggio 2015 dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, causano qualcosa come 1,5 milioni di morti l'anno in tutto il mondo per patologie considerate banali, come morbillo, parotite o pertosse. Ma non sono mancate ovviamente le critiche: al di là della presenza online della bambina, evidentemente, c'è ancora uno zoccolo duro di persone che crede nella correlazione tra vaccinazioni e autismo.