Sanihelp.it – L'arrivo della primavera è solitamente accolto come una specie di benedizione portata dal calendario: l'inverno è alle spalle, aumentano le ore di luce, il clima si fa più mite, i prati tornano in fiore, ed è il preludio dell'estate. Tuttavia questa stagione porta anche con sé alcuni inconvenienti fastidiosi cui dover prestare attenzione: è il caso delle allergie, per esempio. O della malattia di Lyme, condizione di origine batterica che si trasmette all'uomo tramite la puntura della zecca: e per questo, le passeggiate primaverili all'aria aperta o nei boschi rappresentano la condizione purtroppo ideale per incappare in questa patologia, definita dal New York Times addirittura come quella che si diffonde più rapidamente negli Stati Uniti dopo l'AIDS.
Secondo Gianni Rezza, capo Dipartimento Malattie Infettive dell'Istituto Superiore della Sanità la borreliosi, così conosciuta perché provocata dal batterio Borrelia burgdorferi, è particolarmente pericolosa perché poco conosciuta e sottovalutata: le informazioni intorno alla condizione sono poche, dunque la corretta diagnosi rischia di giungere in colpevole ritardo. Inoltre, manca una vera e propria sorveglianza epidemiologica in Europa. Il primo sintomo della malattia di Lyme ricordiamo come sia la comparsa di un eritema cutaneo di piccole dimensioni, che nell'arco di alcune settimane diventa più grande assumendo una forma circolare, triangolare o ovale. Il rash è solitamente accompagnato da febbre, mal di testa, dolori muscolari e spossatezza in genere, che può durare anche per mesi: se non trattata, nei casi più gravi possono comparire disturbi neurologici, cardiaci e muscolari, con comparsa di artrite cronica e meningite.
Insomma, la borreliosi non è certo uno scherzo, come può testimoniare anche Avril Lavigne, famosa cantante pop che ha vissuto un'interruzione forzata della propria carriera proprio a causa della patologia. La diagnosi tardiva ne ha rallentato il processo di guarigione, tanto che la malattia di Lyme era comparsa nel dicembre 2013 e solo alla fine dell'anno scorso la star canadese iniziava a vedere la luce in fondo ad un tunnel fatto di dolori cronici e debilitazione. Occorre quindi fare molta attenzione al batterio, particolarmente diffuso in Europa centrale e settentrionale: secondo Rezza, le regioni più a rischio in Italia sarebbero Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Liguria, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Veneto, sebbene ultimamente siano aumentati i casi anche in Abruzzo, in Toscana e in Sardegna.