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Tsunami, i danni della «sindrome del sopravvissuto»

Sanihelp.it – Sono passati sei mesi dal dramma dello tsunami, ma molte famiglie non accennano a riprendersi.


Lo tsunami ha provocato in totale circa 230.000 morti. Milioni, tuttavia, sono coloro che, pur essendo sopravvissuti, hanno subito traumi psicologici, anche permanenti.

Gli esperti sottolineano come la ricostruzione delle case sia molto più facile di quella delle menti della povera gente, provata da una catastrofe di dimensioni eccezionali.

«Molte persone», spiega il dottor Sekar, psichiatra dell’Istituto nazionale indiano di salute mentale, «solo ora stanno cominciando a realizzare che le perdite subite sono per sempre. Sono soprattutto le donne e le ragazze giovani a risentire di più della situazione».

Secondo i dati del Dipartimento di salute mentale della Thailandia sono oltre 15.000 le persone che soffrono di problemi mentali conseguenti allo tsunami.

Tra i Paesi colpiti, l’India dovrebbe essere quella più abituata alle conseguenze, anche psicologiche, derivanti da tali sciagure, per via dei due grandi terremoti e dei due cicloni che hanno devastato il Paese dal 1990. Eppure anche qui è tantissima la gente che non riesce a dimenticare, che soffre di incubi notturni che hanno per protagoniste onde gigantesche che in un attimo seminano morte e distruzione.

Depressione, ansia, paura: gli psicologici parlano di sindrome del sopravvissuto, che può insorgere subito o scoppiare del tutto inattesa dopo mesi e addirittura anni.


Dal giorno del disastro 4.000 volontari lavorano quotidianamente per cercare di portare sollievo e sostegno morale ai sopravvissuti, ma la vera sfida comincia adesso.

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