Sanihelp.it – Sarà in commercio tra pochi mesi negli Stati Uniti un nuovo preparato, approvato dall’ente federale americano alla fine d’agosto: l’Increlex, versione artificiale di un fattore di crescita dal nome difficile, Igf-1, che troverebbe indicazione nei bambini che non rispondono al trattamento con l’ormone della crescita.
L’approvazione ha suscitato un fiume di critiche: la Food and Drug Administration è stata accusata di favorire, e non da ora, un’endocrinologia cosmetica.
«La bassa statura diventerà sempre più una malattia quanto più si estenderà il mercato dei farmaci in grado di correggerla. Senza tenere conto del disagio psicologico che l’essere bassi comporta o meno, ancora tutto da dimostrare», ha dichiarato Alan Rogol, pediatria all’Università della Virginia.
Negli Stati Uniti la spinta verso l’alto è diventata, in effetti, un mercato miliardario, e si teme che questo trend prima o poi sbarchi anche in Europa.
Attualmente in Italia l’ormone della crescita viene passato dal Servizio sanitario nazionale soltanto se le analisi dimostrano la presenza di un deficit dell’ormone prodotto dalla ghiandola ipofisi nel sangue e se lo specialista, visitando il bambino, accerta che la velocità di crescita è inferiore a quella normale.
Ma la paura dei genitori che il figlio non cresca va molto al di là delle note ministeriali, e se dovesse trovare uno specialista disposto ad assecondarla il passo verso l’endocrinologia estetica sarebbe breve.