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L’UE dice si agli ftalati ma con qualche riserva

Sanihelp.it – I nuovi regolamenti sull’utilizzo degli ftalati trasmettono un messaggio ambiguo sulla sicurezza di queste controverse sostanza chimiche utilizzate per ammorbidire i materiali plastici.


Le conclusioni della Commissione del 13 aprile riguardano il diisononilftalato (DINP) e il diisodecilftalato (DIDP), che vengono giudicati sicuri per qualunque utilizzo ad eccezione dei giocattoli e degli articoli di puericoltura. Quanto al dibutilftalato (DBP), la Commissione ha stabilito limiti aggiuntivi concernenti l’esposizione dei lavoratori.

Gli ftalati conferiscono ai prodotti plastici, in genere al PVC, una maggiore flessibilità e vengono utilizzati in capi di abbigliamento, materiali da costruzione, prodotti medici, cosmetici, giocattoli e imballaggi per alimenti. Queste sostanze chimiche sono state commercializzate a partire dagli anni Venti e da allora sono state fabbricate in quantità sempre più cospicue. Nel 2004 la produzione mondiale ha superato le 400.000 tonnellate. Poco costosi da fabbricare, gli ftalati sono stati tuttavia associati a rischi specifici per la salute quali interferenze ormonali nei topi e sviluppo di allergie e tumori nei bambini.

I rischi per i bambini sono i più preoccupanti. La ricerca scientifica sugli ftalati non ha portato a risultati definitivi, in quanto essi risultano innocui o dannosi a seconda degli studi, e la loro sicurezza assoluta è ancora da accertare.

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