Sanihelp.it – Ogni genitore ha sicuramente sperimentato sulla sua pelle l’imbarazzo del proprio figlio che, con candore, un giorno gli chiede «come nascono i bambini?».
Nella nostra Italia un po’ sessuofobica e un po’ bigotta, non abbiamo ancora rinunciato alle vecchie storie, buone per tutte le stagioni, a base di cavoli e cicogne. Altri, più illuminati, parlano di api e di fiori. Ancora pochi, per amore di verità, riescono a parlare di pene e vagina, magari usando termini un po’ meno drammatici e più familiari.
Il fatto è che parlare di sesso ai bambini non solo si può, ma anche si deve. Così almeno sostiene S. C. Martino e la sua squadra di psicologi dell’Università di Pittsburgh, negli Stati Uniti.
Uno studio su 312 adolescenti ha infatti confermato che quando il ragazzino chiede esplicitamente domande su argomenti sessuali, più completa è la risposta che trova in famiglia e minore è la frequenza delle domande.
Come a dire: meglio parlarne bene, meno spesso, che cercare di guadagnare tempo con risposte evasive, sperando che magari sia qualcun altro a togliere le castagne dal fuoco. Il problema è che lasciamo che i nostri figli all’educazione sessuale fai da te, rischiamo due situazioni negative: la prima è che perdano fiducia nel genitore che non si è dimostrato affidabile ma reticente e pertanto non più degno di fiducia.
Poi esiste il rischio che questa educazione fai da te avvenga in maniera sbagliata, incompleta, rovinando anche i primi approcci sessuali del ragazzo o della ragazza. Insomma: nascondere la verità non serve, al contrario può avere effetti deleteri sullo sviluppo psicosessuale dei figli ed eventualmente esporli anche al rischio di trovarli impreparati ad affrontare un passo che, volente o nolente, i giovani fanno sempre più spesso e sempre più precocemente.