Sanihelp.it – In ambito chirurgico si tende a preferire alla chirurgia radicale, asportazioni limitate associate a radioterapia o chemioterapia.
In alcuni casi però, la soluzione migliore rimane l’intervento chirurgico radicale come mastectomia, isterectomia, laringectomia o l’amputazione di un arto. Queste operazioni comportano una perdita di struttura corporale e di funzionalità corporale, ritenute però preferibili da molte persone rispetto al progredire della malattia.
All’intervento radicale spesso segue la riabilitazione.
Molti pazienti sono ansiosi all’idea di subire un intervento chirurgico: i timori riguardano l’anestesia, eventuali complicazioni e dolore postoperatorio.
Una volta che l’intervento è andato bene, il paziente è generalmente sollevato, mai euforico. Nel caso in cui l’esito dell’intervento non sia completamente positivo, il paziente rischia di avere reazioni depressive. A volte soprattutto negli anziani, si sviluppa un delirio postoperatorio, dovuto a disturbi metabolici o a una reazione farmacologia.
È consigliabile:
• Fissare qualche colloquio pre-operatorio per spiegare al paziente il procedimento proposto.
• Training pre-operatorio per il controllo dell’ansia, con l’utilizzo di tecniche di rilassamento.
• Consulenza postoperatoria per affiancare il paziente nei mesi successivi all’operazione, discuterne le emozioni e affrontarne i problemi pratici.
• Sostegno di altri pazienti per incoraggiamento.