Sanihelp.it – Le coppie italiane che ricorrono alla fecondazione assistita avranno, in un caso su 4, due gemelli. E nel 5% dei casi addirittura un parto trigemellare, con tutti i rischi che questo comporta, per la donna e per i bambini. Un trend opposto a quello degli altri Paesi europei, dove ogni anno si registra una costante diminuzione delle nascite multiple, tanto che l’incidenza di gravidanze trigemine è ridotta quasi allo 0%.
Sono le anomalie del Belpaese, frutto della legge 40 del 2004. «Una norma che penalizza le italiane – sottolinea il professor Pasquale Patrizio, direttore del Centro della Fertilità dell’Università di Yale (USA), in occasione del XIII Congresso mondiale della International Academy of Human Reproduction di Venezia – sono in crescita i parti multipli nelle donne giovani (under 37) ed è aumentato il numero di cicli necessari per ottenere le stesse chance di successo, soprattutto nelle donne con più di 38 anni».
«Unico aspetto positivo di questa norma – spiega il professor Paolo Artini, segretario scientifico del Congresso e Presidente della Società Italiana di Embriologia – è che ha spinto i nostri ricercatori ad affinare la ricerca sui gameti – spermatozoi e ovuli – e a sviluppare la vitrificazione degli ovociti. Tecnica che mostra i primi risultati, sia in termini il profilo della integrità biologica della cellula uovo dopo lo scongelamento, che in termini di percentuale di gravidanze portate a termine. Questa nuova metodica potrebbe portare, una volta consolidata, allo sviluppo di banche di ovociti, sia eterologhe che omologhe, per preservare la fertilità».
All’estero si utilizzano tecniche di selezione degli embrioni estremamente avanzate, tanto che le percentuali di successo, anche con l’impianto di uno solo, raggiungono il 50%. In Italia invece è vietato il congelamento degli embrioni.
Dopo l’introduzione della legge 40 è cresciuto il fenomeno dei viaggi per la fecondazione eterologa. A un anno dall’entrata in vigore, il numero delle coppie che si erano recate all’estero era quasi triplicato (3.610) e a fine del 2006 è cresciuto ulteriormente (4.173).
La fertilità è in calo in tutto il mondo industrializzato. Le coppie sterili in Italia sono circa tre milioni: di queste, in circa il 35,4% dei casi è l’uomo a presentare il problema, nel 35,5% dei casi la causa è femminile, nel 15% di entrambi i partner e nel 13,2% è inspiegata.
Da un lato incide la sempre più elevata età della madre al parto, dall’altro conta moltissimo l’ambiente: stress e inquinamento. Se nel 1960 un uomo possedeva in media circa 100 milioni di spermatozoi per millilitro, oggi è frequente osservare maschi che ne possiedono solo 20 milioni.