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Anoressia e bulimia prima causa di morte tra ragazze

Sanihelp.it – I disturbi del comportamento alimentare costituiscono la prima causa di morte per malattia tra le giovani donne tra i 12 e i 25 anni. Le ragazze malate in Italia sono oggi almeno 150/200 mila. Forte è il rischio di cronicizzazione, con l’insorgenza di complicanze mediche e psichiatriche. La mortalità per suicidio o per complicanze somatiche conseguenti alla malnutrizione è del 10% a dieci anni dall’esordio e del 20% a venti anni.


Sono i risultati della ricerca resi noti dalla Sisdca (Società italiana per lo studio dei disturbi del comportamento alimentare), durante una conferenza tenutasi presso il Policlinico Umberto I di Roma alla presenza di Francesca Martini, Sottosegretario al Lavoro, Salute e Politiche Sociali.

I DCA sono patologie gravi, invalidanti, con elevato indice di mortalità. Richiedono cure prolungate il cui esito è favorevole nel 70% dei casi, mentre nel 30% dei casi si parla di malattia molto resistente alle cure e cronicità. Attualmente, la prevalenza di anoressia nervosa e bulimia nervosa nella popolazione generale è dello 0.2% – 0.3%.

La difficoltà di accettare un cura è uno dei più importanti fattori di cronicizzazione. Sono ragazze intelligenti, capaci di spiegare la propria situazione ma, nonostante la piena comprensione dei rischi della loro scelta, continuano a negare il consenso alle cure, talvolta preferendo la morte all’aumento di peso o alla perdita di controllo sul proprio corpo.
Da tutti questi aspetti nasce il quesito delle cure salvavita in modo coercitivo: il TSO dispone che una persona possa essere sottoposta a cure psichiatriche contro la propria volontà, con il ricovero presso i reparti di psichiatria degli ospedali generali (SPDC – Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura).

Il TSO per anoressia nervosa e per bulimia è, in Italia, rarissimo; nei Paesi anglosassoni è almeno 15 volte più frequente. È diffusa infatti l’opinione che il TSO non si possa applicare nella maggior parte dei casi di rifiuto delle cure e così anche nei disturbi dell’alimentazione.
La SISDCA vuole mettere in evidenza che il TSO trova difficile applicazione in pazienti atipici, come adolescenti affetti da anoressia nervosa, che corrono spesso rischi elevatissimi di morte per malnutrizione o per le sue complicanze somatiche e psichiche.
In sostanza, queste pazienti sono curate da medici che di fatto non sono in grado di promuovere un TSO e vengono inviate ad altri medici che hanno difficoltà a valutarne la gravità e ad attuare la cura adeguata.

Sulla base di queste considerazioni la SISDCA ritiene necessario rivedere le procedure di attivazione del TSO per queste patologie, coinvolgendo i medici delle strutture dedicate alla cura dei DCA e dedicando ai ricoveri coatti strutture medico-psichiatriche specializzate nei DCA e non solo quelle psichiatriche, come i SPDC.

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