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Bimbi e gatti vanno d’accordo?

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Sanihelp.it – L’AIDAA (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente) ha interrogato comportamentisti ed esperti cinofili per meglio comprendere dinamiche e caratteristiche del rapporto bimbo/gatto.


Ne è scaturito un quadro totalmente positivo, a patto che mamma e papà insegnino fin da subito ai pargoli che gli animali non sono peluche ma esseri viventi a tutti gli effetti e come tali devono essere rispettati.

Per guidare i genitori nell’impostazione di un corretto approccio dei figli verso gli animali, AIDAA ha messo a punto un decalogo di regole da rispettare.

«Abbiamo voluto mettere insieme un decalogo molto semplice» ha dichiarato Lorenzo Croce, presidente di AIDAA «che tenga conto dei diversi comportamenti tra il micio e il bambino e che tenga conto delle esigenze del micio di casa. Quindi si potranno trovare dei consigli molto semplici come il divieto di tirare la coda al gatto, fino a suggerimenti più importanti e dettagliati su come far giocare insieme i due che una volta diventati amici non si lasceranno mai più per tutta la vita.»

Riportiamo di seguito il decalogo per i nostri lettori:

Prima del contatto diretto con il micio:

1- se il bambino è piccolo e ha meno di un anno di vita, prima di farlo avvicinare al gatto, si consiglia di farlo esercitare nelle carezze su pupazzi pelosi, insegnandogli a non tirare il pelo

2- il gesto dovrà essere accompagnato da una parola, per esempio carezza, in modo che sia il bimbo che il gatto possano associare il gesto alla parola


3- si invita a continuare a far esercitare il bambino sul peluche fino a quando non smetterà di tirare il pelo, evitando così che il gatto diventi la cavia degli esperimenti e che possa ribellarsi magari graffiando il bimbo

I primi contatti diretti:

4- quando il bimbo accarezzerà il gatto, quest’ultimo proverà una sensazione di benessere: non avrà paura e non fuggirà a nascondersi

5- importantissimo insegnare da subito al bimbo a non tirare la coda e i baffi al micio e a non fargli del male, specialmente sul muso: sul naso e nelle orecchie ha delle parti molto sensibili e delicate

6- se il bimbo è un pò più grande possiamo insegnargli alcuni giochi che può fare con il micio, come lanciargli un croccantino e vedere come il gatto lo rincorre per mangiarlo. Il gioco aiuta a non limitare il rapporto tra bimbo e gatto al semplice tatto, che a volte rischia di infastidirlo se fatto in maniera troppo insistente: il lancio del croccantino libera invece nel gatto il suo istinto predatorio

7- si può anche insegnare al bimbo a nascondere dei croccantini per poi invitare il gatto a cercarli; così facendo il gatto si darà un gran da fare a cercare fino a scovare l’ambita preda, per il divertimento del bimbo e suo

8- il bimbo dovrà utilizzare sempre giochi che gli permottano di interagire con micio, tenendo comunque sempre le mani lontano dalle zampine per evitare graffi involontari

9- nella scelta del gioco si cerchi sempre di favorire quelli che possono essere impugnati, come una canna da pesca alla quale legare topolini di plastica, palline o piume colorate: questo stimolerà micio e farà divertire moltissimo il bimbo. Ovviamente occorre che i genitori controllino che questi giochi siano utilizzati in maniera corretta, evitando che «la canna da pesca» possa trasformarsi ad esempio in una frusta

10- il bimbo inoltre può coinvolgere il gatto nella scoperta di oggetti con cui giocare in casa: dai tappi di sughero alla pasta di piccole dimensioni, dalle palline di stagnola alle stringhe delle scarpe. Questo, oltre a far divertire immensamente il gatto, servirà a far sviluppare la fantasia e lo spirito di osservazione del bimbo.

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FonteAIDAA

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