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Comunicazione efficace: tre consigli

Relazioni

Sanihelp.it – «Si parla molto di comunicazione, quasi che apprendere a comunicare con efficacia sia la chiave per risolvere qualsiasi problema. Non è propriamente così: piuttosto, comunicare bene consente di evitare situazioni spiacevoli e risolverne più facilmente delle altre.
La prima cosa che dobbiamo ricordare a proposito della comunicazione è la relazione: se stiamo comunicando, significa che altre persone sono coinvolte. A questo punto possiamo chiederci cosa e come possiamo fare per rendere lo scambio più chiaro, o più intenso, a seconda della situazione, tenendo a mente quali sono le nostre responsabilità all'interno della comunicazione, e che cosa invece non può dipendere da noi.
Io posso essere un comunicatore molto efficace ed esprimere bene il mio messaggio, qualunque sia il suo contenuto, ma devo ricordare che vi è qualcuno a ricevere questo messaggio; nel riceverlo, lo decodificherà e su questo processo di decodifica io non ho capacità d'azione.


È davvero importante ricordare che la buona comunicazione non ci toglierà da qualunque impaccio, perché non ci consentirà di controllare l'altro, ma solamente di consegnare nel modo desiderato un messaggio. La disponibilità all'ascolto della persona a cui mi rivolgo, a esempio, è cosa sulla quale non posso agire in alcun modo

Per questo motivo è fondamentale ricordare che la comunicazione avviene all'interno di una relazione; comprendere ciò ci consente di non cadere in illusione sui risultati che otterremo, ma ci consente anche, se siamo disponibili a farlo, di darci qualche strumento in più per proteggerci da episodi spiacevoli. Possiamo fare questo se apprendiamo, oltre che a comunicare, ad ascoltare, ovvero a cogliere non solo la parola, ma tutte le informazioni che il nostro interlocutore ci sta fornendo. Da alcuni indizi possiamo comprendere ed anticipare il modo in cui recepirà e decodificherà il nostro messaggio.

L'utilizzo di alcuni concetti tratti dall'Analisi Transazionale è molto utile nell'approccio alla comunicazione, proviamo ad apprendere con semplicità un utilizzo intuitivo degli Stati dell'Io.

A livello funzionale gli Stati dell'Io si traducono in modalità esistenziali che tutti mettiamo in atto, che includono l'area del pensiero, l'area emotiva e comportamentale, modalità che, pur essendo uniche per ogni individuo, possono essere ricondotte a determinate aree macroscopiche. 

Tali aree fanno riferimento a un modello evolutivo: lo Stato dell'Io Bambino, lo Stato dell'Io Adulto, e lo Stato dell'Io Genitore. Vi capita mai di osservare una persona che vi parla e avere la spinta a confortarla, come fosse un bimbo? È probabile che quella persona stia utilizzando il proprio Stato dell'Io Bambino. Questa modalità relazionale dipende dalla storia unica di questa persona, tuttavia sarà denotata da quei segnali che intuitivamente riconosciamo come infantili (occhi spalancati, labbro che trema, tono della voce). Vi capita di sentirvi irritati da una persona che vi si rivolge dandovi consigli non richiesti in tono leggermente saccente? Magari agitando il dito? Probabilmente sta utilizzando uno Stato dell'Io Genitore.

Tali esempi possono farci comprendere che, per quanto la formazione degli Stati dell'Io sia un fenomeno molto complesso da comprendere, la decodifica è molto intuitiva, e tutti la mettiamo in atto quotidianamente senza nemmeno rendercene conto.


Ecco tre consigli per comunicare meglio:
1. Non dare nulla per scontato. I significati che gli altri attribuiscono a comportamenti ed espressioni che consideriamo ovvi, possono essere molto diversi.
2. Monitorare il tono della voce e la postura. È inutile cercare di imporre i propri argomenti, se siamo seduti con le spalle basse e giochiamo nervosamente con le mani.
3. Ascoltare. Se prendiamo in considerazione il nostro interlocutore, sarà più facile produrre un messaggio che lui recepisca.

Il Centro Acacia di Monza (Mi) propone un corso di comunicazione efficace che ha l'obiettivo di introdurre i temi rilevanti riguardo alla comunicazione. Il corso si terrà in quattro incontri, ognuno dedicato a uno specifico argomento, della durata di circa un'ora e mezza.

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