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Tumori: nuovi meccanismi di diffusione

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Sanihelp.it – Bloccare con farmaci mirati i meccanismi che permettono al cancro di metastatizzarsi, sfuggendo così alle terapie antitumorali. Ad approfondire quello che potrebbe essere un passaggio fondamentale in questa sfida, arrivano i risultati di uno studio pubblicato su Nature Medicine, frutto della collaborazione tra il Centro di Osteoncologia IRST (Istituto scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori) di Meldola (Forlì), diretto dal dottor Toni Ibrahim sotto la supervisione scientifica del professor Dino Amadori e il gruppo di studiosi guidati dal professor Yibin Kang, direttore del Dipartimento di Biologia Molecolare della Princeton University


Lo studio, svolto dai ricercatori del Centro di Osteoncologia, tra cui la dottoressa Laura Mercatali (Responsabile del settore biologico di Osteoncologia), svela alcuni meccanismi a livello genico coinvolti nel processo di diffusione delle cellule di carcinoma in particolare della mammella. Sono state confermate su molecole umane le evidenze precedentemente raccolte da studi preclinici e modelli animali circa il ruolo svolto da una famiglia di micro-Rna, detta miR-200. In particolare è stato dimostrato che i miR-200, possono inibire una particolare proteina (Sec23a) responsabile a sua volta dei processi di secrezione al di fuori dalla matrice extracellulare di altre proteine (come TINAGL1 e IGFBP4) il cui ruolo è proprio quello di contrastare le metastasi

Il conseguente accumulo di queste proteine all’interno della cellula agevola i processi di colonizzazione dei tumori in altri organi e/o tessuti lontani dal sito primario. 

Questi risultati identificano questa famiglia di molecole come possibile obiettivo terapeutico per nuove e sempre più efficaci terapie biologiche antitumorali preventive.

Il professor Dino Amadori, Direttore Scientifico dell’IRST, spiega: «Bloccare il processo di metastatizzazione rappresenta oggi una sfida per la ricerca in oncologia essendo questo processo la causa dei fallimenti terapeutici; una sfida che, come evidenziato dall'apporto fondamentale dato a questo studio, vede tra i protagonisti l'IRST e in particolare il Centro di Osteoncologia. Conoscendo in anticipo i processi molecolari di estensione della neoplasia sarà possibile un giorno mettere a punto terapie preventive, migliorando considerevolmente la qualità della vita dei pazienti». 

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