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Dalla preistoria alla psicoanalisi di Freud

Sogni

Sanihelp.it – L’attività onirica è stata al centro della riflessione umana fin dagli albori della civiltà: ne sono un indicatore alcuni fondamentali ritrovamenti archeologici. Le Grotte di Lescaux, scoperte nel 1940 nella Francia sud occidentale, mostrano esempi di arte rupestre risalenti a un periodo compreso tra il 15.000 ed il 13.000 a.C.: i graffiti eseguiti dai nostri antenati sono stati variamente interpretati e tra i significati che sono stati loro attribuiti emerge anche quello che fossero rappresentazioni di sogni. Potrebbero essere sogni notturni, sogni diurni a occhi aperti, disegni basati sulla fantasia, segnali inequivocabili di quanto fossero importanti per l’uomo preistorico il sogno, la sua interpretazione e la carica fortemente creativa di cui l’attività onirica è dotata.


Passando dalla preistoria alla storia dei giorni nostri, l’autore che più ha segnato la storia del sogno in età contemporanea è stato Sigmund Freud, padre della psicoanalisi, medico viennese che tra fine del 1800 e l'inizio del 1900 definiva il sogno la via regia all’inconscio, strada maestra attraverso la quale penetrare nei meandri della vita non consapevole dei suoi pazienti, allo scopo di migliorare il loro stato psichico e condurli alla salute mentale. I sogni son desideri, cantava in epoca più recente Cenerentola: intuizione di chiaro stampo psicoanalitico.

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