Sanihelp.it – In Italia si stima che l’ipotiroidismo colpisca oltre cinque milioni di persone, prevalentemente donne, che possono trovare rimedio al loro disturbo con la levotiroxina, il farmaco che sostituisce l’ormone naturalmente prodotto dalla tiroide. La sua efficacia, tuttavia, può essere compromessa da errate modalità d’assunzione o dal consumo di bevande, o di farmaci e integratori che ne riducono l’assorbimento intestinale.
Un’attenzione particolare deve essere posta, per esempio, all’assunzione di fibre alimentari. La levotiroxina, che deve essere presa la mattina a digiuno, in molte persone non viene assorbita correttamente se ciò avviene insieme al caffè o al succo di pompelmo, alimenti tipici della prima colazione. Esistono, inoltre, molti farmaci che riducono l’assorbimento, tra questi spiccano gli antiacidi, come gli inibitori di pompa protonica e quelli a base di sucralfato.
Anche i dati Health Search confermano che tra antiacidi e levotiroxina non c’è un buon rapporto. Infatti, nel 58,1% delle persone in cura con levotiroxina, associata a inibitori di pompa protonica o altri farmaci antiacidi, negli ultimi due anni si è resa necessaria una modifica del suo dosaggio oppure l’esame del TSH è risultato fuori dai parametri di normalità.
La nuova formulazione di levotiroxina soluzione orale riesce a ovviare al problema del malassorbimento: essendo già dissolta e pronta per l’assimilazione, mostra buoni risultati rispetto alla classica compressa. È già stata testata nei malati con malassorbimento causato da inibitori di pompa protonica o da causa ignota, con esiti positivi.