Sanihelp.it – Tra le principali cause di morte spesso si citano gli scompensi cardiaci, l'infarto del miocardio, l'ictus, i tumori: ma esiste anche un altro pericolo che viene citato molto più di rado, ed è l'errore umano. Quando mettiamo le nostre vite nelle mani del chirurgo, sappiamo di affidarci ad un professionista preparato ad affrontare ogni tipo di operazione: tuttavia si tratta di un lavoro delicato, spesso giocato sul filo dello sbaglio. Se per alcune professioni l'errore non presenta gravi ripercussioni, in quella del medico può fare al contrario la differenza tra la vita e la morte di un paziente.
Dagli Stati Uniti arrivano i dati di uno studio piuttosto allarmante condotto dai ricercatori della Johns Hopkins University e pubblicato in questi giorni sulla rivista specializzata British Medical Journal, che hanno setacciato analisi di loro colleghi condotte dal 1999 in poi: secondo le statistiche emerse, l'errore medico sarebbe la terza causa di morte in America. Il 9,5% degli statunitensi perderebbero la vita proprio a causa di sbagli da parte del personale sanitario: tradotto in numeri, significa 250 mila persone ogni anno. Dunque, solo l'infarto del miocardio e il cancro sarebbero più fatali, secondo il Centers for Disease Control and Prevention: le patologie respiratorie, solitamente citate al terzo posto di questa infame classifica, sarebbero meno letali.
Il motivo per cui l'errore umano non è contemplato tra le cause di morte, a parere della World Health Organization, sarebbe la Classificazione Internazionale delle Malattie, in vigore in 117 paesi, che non prevede la categoria riguardante il possibile sbaglio dei medici. Ovviamente, questo studio non vuole essere una presa di posizione contro dottori e chirurghi: i ricercatori hanno ammesso come l'errore umano sia inevitabile. Ad ogni modo, potrebbe rappresentare lo spunto per istituire un sistema di monitoraggio più chiaro e preciso per andare a verificare i possibili sbagli: inoltre, per ridurre l'impatto dell'errore umano sulle cause di mortalità, gli esperti hanno fornito una serie di consigli, come l'inclusione di un campo nella certificato di morte del paziente che indichi se il decesso si sia verificato in seguito a complicazioni prevedibili. D'altronde, quando si parla di errore umano, occorre sempre capirne l'impatto: ci sono errori che possono causare la morte di un paziente con aspettativa di vita lunga, o errori che possono portare ad accelerare un decesso comunque imminente.