Sanihelp.it – Quando si scopre di soffrire di ipotiroidismo ovvero di avere una tiroide poco funzionante, almeno in linea di principio e anche intuitivamente il trattamento da seguire è molto semplice: la tiroide non funziona perché manca l’ormone T4, basta introdurlo dall’esterno per ripristinare la normalità.
Tutto giusto in linea teorica, ma non nella realtà dei fatti: è quanto emerso durante il congresso CUEM (Clinical Update in Endocrinologia e Metabolismo).
La maggior parte dei pazienti affetti da ipotiroidismo fanno fatica ad assumere correttamente la terapia per la loro malattia, principalmente perché la loro compressa va assunta a digiuno, un’ora prima di fare colazione.
Ultimamente sono state approntate formulazioni liquide efficaci, anche se assunte anche solo 10 minuti prima del caffè.
Dai dati disponibili emerge che l’82% dei pazienti affetti da ipotiroidismo commettono errori nell’assunzione della terapia, il 62% non l’assume regolarmente, il 18% richiede aggiustamenti della dose nel primo mese di terapia che conducono a un ipertiroidismo e l’8% dichiara di non poter sostenere le spese per la terapia da portare avanti.
Il corretto assorbimento del farmaco e quindi la sua reale efficacia può essere anche alterato dalla presenza di malattie gastrointestinali non diagnosticate come la celiachia, l’intolleranza al lattosio, le parassitosi intestinali o le gastriti atrofiche.
L’efficacia del farmaco per l’ipotiroidismo può anche essere diminuita dalla contemporanea assunzione di farmaci come antiacidi, neurolettici e antidepressivi