Sanihelp.it – La notizia giunge dagli Stati Uniti, più precisamente dalla North Carolina State University, dove un gruppo di ricercatori è riuscito a creare in laboratorio la prima versione sintetica di una cellula staminale cardiaca.
Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Nature Communications, al momento è stato testato unicamente su animali: trapiantate in topolini da laboratorio che avevano subito un infarto, queste nuove cellule si sono dimostrate in grado di riparare perfettamente i tessuti del cuore che erano stati danneggiati; inoltre è stato evidenziato che, grazie alla loro struttura sintetica, le cellule trapiantate non sono in grado di replicarsi, il che ridurebbe notevolmente il rischio di insorgenza di masse tumorali.
I risultati di questa prima fase sperimentale sono stati ampiamente soddisfacenti e hanno portato gli scienziati ad affermare che la nuova tecnologia potrebbe, in futuro, essere applicata anche ad altre tipologie di cellule staminali e, ci si augura, a quelle umane.
Rispetto alle cellule staminali naturali, sostengono i ricercatori, le nuove cellule sarebbero in grado non solo di mantenerne i benefici e di ridurre la probabilità di rigetti e tumori, ma avrebbero anche una maggiore stabilità di conservazione rispetto alle cellule organiche, essendo più resistenti di queste ultime a livello molecolare. Inoltre, a differenza delle staminali naturali, le cellule sintetiche riescono a tollerare processi di congelamento e scongelamento più rigidi. Ultimo vantaggio, dicono gli scienziati, è legato alla loro produzione che prescinde dalla derivazione organica dalle cellule del paziente, in quanto è il risultato di un processo che si svolge totalmente in laboratorio.
Ke Cheng, il coordinatore dello studio, ha dichiarato che «per fabbricare le staminali sintetiche abbiamo preso il carico e il guscio delle staminali e abbiamo confezionato una particella biodegradabile. Le membrane di queste cellule permettono di bypassare la risposta immunitaria e di legarsi al tessuto cardiaco, rilasciare i fattori di crescita e generare riparazione, ma non possono amplificarsi da sé; in tal modo si ottengono i benefici della terapia con cellule staminali, senza i rischi connessi. Speriamo che questo possa essere un primo passo verso un prodotto standard di cellule staminali che permetta ai pazienti di ricevere terapie benefiche quando necessario, senza costosi ritardi».