Sanihelp.it – L’orgasmo femminile è da tempo oggetto di studi, perché, in realtà, al riguardo ne sappiamo ancora poco. Se, infatti, l’orgasmo maschile è funzionale all’eiaculazione, quello delle donne non sembra particolarmente coinvolto nelle dinamiche produttive. Almeno allo stadio evolutivo attuale.
«L'esistenza dell'orgasmo femminile è intrigante per due motivi: da un lato, l'orgasmo femminile non è necessario per il successo riproduttivo femminile e, dall'altro, questo riflesso neuro-endocrino è troppo complesso per essere un incidente evolutivo. Ciò ha portato a molte spiegazioni evolutive proposte, molte delle quali hanno scarso supporto empirico. In precedenza avevamo proposto che l'orgasmo femminile utilizzasse un meccanismo originato per indurre l'ovulazione durante la copulazione: un meccanismo che esiste ancora in molti animali ma ha perso il suo ruolo in altri» spiega un gruppo di scienziati dell’Università di Cincinnati, sulle pagine della rivista scientifica PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences) dove ha appena pubblicato i risultati di uno studio che, a detta degli stessi, rafforza la probabilità che l'orgasmo femminile si sia evoluto dall'ovulazione indotta dalla copulazione.
Secondo l’ipotesi al vaglio di questi studiosi, l’orgasmo femminile sarebbe un retaggio evolutivo: nei primi esseri umani il raggiungimento dell’apice del piacere da parte della donna avrebbe permesso di indurre l’ovulazione durante l’incontro con il maschio. Col tempo, poi, avrebbe perso questa funzione e dall’ovulazione indotta dal sesso si sarebbe passati a quella spontanea (come sappiamo oggi l’ovulazione avviene secondo un ciclo regolare, indipendentemente dai rapporti sessuali), rendendo l’orgasmo quasi superfluo, cosa che potrebbe spiegare anche perché oggi non tutte le donne lo raggiungono durante i rapporti.
L’ipotesi si basa sul fatto che in molti animali (come conigli, gatti, cammelli eccetera) l’ovulazione avviene durante l’atto sessuale. Per testare questa teoria gli scienziati hanno somministrato a un gruppo di coniglie la fluoxetina, un farmaco noto per interferire negativamente con l’orgasmo nelle donne. Dopo il trattamento, gli animali hanno fatto registrare un calo del 30% del numero delle ovulazioni, segno che, secondo gli studiosi, confermerebbe il legame tra orgasmo e ovulazione.
Ma non bisogna trarre conclusioni affrettate. Emmanuele A. Jannini, ordinario di sessuologia medica all’Università Torvergata di Roma, commenta così lo studio su Wired: «L’esperimento descritto nell’articolo è stato eseguito su conigli, che sono molto diversi dagli esseri umani. Tra l’altro, non sappiamo se effettivamente i conigli femmina sperimentino o meno un orgasmo, dunque le conclusioni degli autori sono da prendere con le pinze, almeno fino a quando le evidenze non saranno più solide».