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Nuove prospettive nella cura delle ferite difficili

Sanihelp.it – Si stima che ferite come le ulcere diabetiche, venose o reumatiche, le ferite conseguenti ad ustioni gravi, le piaghe da decubito siano problematiche che interessano circa l'1% della popolazione italiana e mondiale; sono ferite che guariscono con grande difficoltà e peggiorano sensibilmente la qualità di vita di chi ne soffre.


In presenza di patologie sistemiche come il diabete o le malattie circolatorie, anche una ferita banale tende a rimarginare con difficoltà, perchè la pelle tende ad essere carente delle proteine e dei fattori di crescita che garantiscono la pronta guarigione delle ferite nelle persone sane.

Basti pensare che nei pazienti diabetici le ulcere del piede sono responsabili dell'87% delle amputazioni non traumatiche e determinano mortalità a tre anni dalla loro comparsa in percentuale compresa fra il 20 e il 50%; la cura di tale ferite comporta costi altissimi per il sistema sanitario nazionale e chi ne soffre.

Una tecnica messa a punto dal Bioscience Institute, una multinazionale italiana,  è stata sperimentata presso l'ospedale governativo di Al Qasimi negli Emirati Arabi.

Tale tecnica si è avvalsa dell'utilizzo di cellule staminali per curare ferite da cangrene alle estremità.

Le cellule staminali sono riuscite a dar una vera e prorpia spinta al normale preocesso di guarigione, che non si era riusciti a ottenere con le cure tradizionali.  

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