Sanihelp.it – I test diagnostici di intolleranza o allergia alimentare pubblicizzati da fonti non scientifiche per il trattamento del sovrappeso e dell’obesità sono privi di qualsiasi validità. È l’allarme lanciato dall’Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica in occasione del XXII Congresso nazionale, secondo cui questi test non solo determinano un rischio per la salute, ma disorientano le persone che hanno realmente bisogno di perdere peso.
L’ampio interesse cresciuto negli ultimi anni verso i test diagnostici eseguiti su disparati campioni biologici come sangue, saliva, capelli ha generato molta confusione nella popolazione, commentano gli esperti ADI. L’utilizzo inappropriato di questi test aumenta non solo la probabilità di falsi positivi, ma genera inutili restrizioni dietetiche e una ridotta qualità di vita.
Le diete che escludono determinati alimenti, se non adeguatamente gestite e monitorate da un professionista competente, possono comportare un rischio nutrizionale non trascurabile, pericoloso per lo stato di salute e nei bambini, addirittura una scarsa crescita e malnutrizione.
L’aspetto più preoccupante è che l’auto somministrazione di diete di esclusione è un fenomeno in forte crescita soprattutto in età pediatrica. Questo perché i genitori, molto spesso, presi dall’ansia si affidano a test non validi eliminando determinati alimenti dalla dieta del bambino senza affidarsi a un esperto del servizio sanitario nazionale.
La diffusione delle diverse intolleranze alimentari invece, ribadiscono gli specialisti, è legata in gran parte alle abitudini di vita. Non a caso in Italia le reazioni più diffuse sono quelle legate al latte, al grano, l’uovo e la soia.