Sanihelp.it – Dalla collaborazione tra i gruppi di ricerca Trust, Theory and Technology group ed Evaluation Research group dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) è stato allestito uno studio per comprendere gli aspetti socio-comportamentali relativi alla diffusione del virus e alla gestione e messa in atto delle misure di contrasto.
In particolare l’analisi si è concentrata sugli aspetti di fiducia che i cittadini ripongono nelle Autorità Pubbliche rispetto a questa gestione: in merito ai provvedimenti e alle linee guida adottate, agli scopi perseguiti, alle motivazioni che li determinano, alla loro capacità di coinvolgimento e alla loro efficacia per il contenimento del virus stesso.
Per la realizzazione dello studio sono state intervistate 4260 persone, nel periodo compreso tra il 9 marzo (inizio rilevazione ore 19) e il 14 marzo 2020 (fine rilevazione ore 10.30).
Il campione è risultato costituito per il 57% da femmine e per il 43% da maschi.
L’età dei partecipanti è risultata compresa tra i 18 e gli 85 anni età media 46 anni.
Il titolo di studio prevalente è molto alto: quasi tre quarti delle persone possiedono laurea (38%) o specializzazione post laurea (34%).
La maggior parte del campione ha risposto dal Centro Italia (39%), il 33% vive al Nord, il 28 nel Sud o nelle Isole; il 30% vive in una delle Regioni maggiormente colpite dal Coronavirus, ossia tra Lombardia, Emilia–Romagna, Veneto, Marche e Piemonte.
Nel complesso il questionario somministrato era composto da 57 item, e l’opinione dei partecipanti è stata rilevata attraverso scale Likert a 5 modalità.
Gl autori dello studio analizzando i questionari hanno evidenziato gli alti valori di fiducia che il campione ha espresso nelle varie risposte.
Gli studiosi ritengono che un livello così alto e per giunta supportato da argomenti sia dovuto ad una serie di cause: non solo alla forte attivazione delle autorità, alle molte iniziative di intervento operativo e quelle volte alla persuasione dei cittadini, ma alla percezione di un pericolo incombente e in atto; cioè anche ad un fenomeno/fattore diverso: una tipica dinamica e funzione della fiducia.
Dunque la risposta così maggioritaria e alta di fiducia può essere effetto non solo della percezione degli interventi in atto, della fiducia diffusa, del ritenere che è utile e necessaria ecc. ma anche di un processo – anche inconscio – in cui sentiamo fiducia: ci orientiamo verso la fiducia per tranquillizzarci ed attivarci.
Le nostre credenze e ragionamento potrebbero essere in parte supportate e orientate da ciò; influenzate (biased) da questo bisogno.
Di fatto, avere fiducia nelle Autorità Pubbliche (le sole che in questo caso sono motore, coordinatore e operatore attivo della risposta alla minaccia) diviene, in questi casi eccezionali, uno scopo dei cittadini.
La fiducia, o almeno una volontaria attitudine e spinta verso questo sentimento, si trasforma quindi in precursore, precondizione (spesso inconsapevole) della stessa valutazione sul fidare Autorità Pubbliche.
Questo succede in particolare per quei casi che possono essere definiti eccezionali, dove la eccezionalità può essere rintracciata anzitutto nel fatto che non ci sono alternative possibili rispetto agli interlocutori dati cui affidarsi (chi altri ci sarebbe cui possiamo delegare il compito di salvarci?) e la valenza dell’obiettivo che dobbiamo raggiungere è particolarmente rilevante (sono in gioco le nostre stesse vite, dei nostri cari, delle persone appartenenti alle comunità dentro cui svolgiamo le nostre abituali esistenze; il futuro delle nostre società).