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Una tecnica per la diagnosi precoce di Parkinson e Alzheimer

Un nuovo test che permetterebbe di iniziare presto le cure

Sanihelp.it – Lo ha messo a punto un team, diretto dall’Istituto di Fisica Applicata di Firenze (Ifac-Cnr), e formato da ricercatori dell’Istituto di microelettronica e microsistemi di Catania (Imm-Cnr), del Dipartimento di chimica e scienze geologiche dell’Università di Modena e Reggio Emilia e dell’Università di Saratov (Russia). Si tratta di un metodo innovativo che consente di identificare l’«impronta digitale» di proteine e biomarcatori quando questi sono presenti nell’organismo umano anche solo in minime tracce, riuscendo in tal modo ad effettuare una diagnosi precoce di alcune malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer e il Parkinson.


«La tecnica si basa sull’attivazione laser di nanocristalli (cristalli che hanno dimensioni dell'ordine del nanometro, unità di misura equivalente a un miliardesimo di metro) d’argento a forma di cubo – spiega Paolo Matteini, dell’Ifac-Cnr – attivazione che consente di identificare molecole precursori della malattia presenti nei fluidi biologici (sangue, urina, fluido cerebrospinale). L’irraggiamento laser, infatti, ‘accende’ i nanocristalli producendo un intenso campo elettrico che amplifica di circa un milione di volte il segnale delle molecole aderenti alla superficie dei nanocristalli stessi. Il segnale così rivelato fornisce informazioni uniche su composizione e struttura della biomolecola, che viene riconosciuta anche in minime tracce».

Gli esperimenti condotti fino ad ora hanno dimostrato che questo approccio funziona. «La metodica – ha affermato il direttore dell’Ifac-Cnr, Roberto Pini – consente di sviluppare test diagnostici per il riconoscimento precoce di biomarcatori di patologie neurodegenerative. La strada è però ancora lunga: sarà infatti necessaria un’accurata fase di test preliminari per classificare la complessità dell’impronta ottica dei vari biomarcatori prima che questa tecnica risulti affidabile per l’uso clinico».

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