Sanihelp.it – L'intervento è riuscito, il feto è sano e non ha subito ripercussioni. La paziente, di 28 anni e alla 28esima settimana di gestazione, è stata sottoposta a intervento di enucleazione dell'occhio sinistro in quanto affetta da un melanoma di uno dei componenti dell'occhio stesso.
Dall'Oftalmico la paziente, vista la particolarità, era stata inviata a un oncologo svizzero di fama internazionale, che tuttavia ha dovuto rinunciare al trattamento con fascio di protoni perché il tumore aveva raggiunto dimensioni troppo grandi. Inoltre lo stato di gravidanza non permetteva la chemioterapia, e non si poteva garantire la possibilità di preservare funzione visiva e volume dell'occhio malato, con rischio aggiuntivo di metastasi a distanza. Al suo rientro in Italia la donna è stata affidata al Servizio di chirurgia orbito-palpebrale del Cto.
I medici del Cto, con la collaborazione del Servizio di gravidanze a rischio del Sant'Anna, della Radiodiagnostica universitaria delle Molinette e dell'Anestesia e Rianimazione del Cto hanno eseguito l'intervento consentendo il recupero morfologico dell'orbita sottoposta a un intervento così invasivo, ma necessario a garantire la possibilità delle cure avanzate che seguiranno per la completa eradicazione della malattia. Grazie alla particolare tecnica chirurgica utilizzata, entro un mese dall'intervento la paziente potrà indossare una protesi oculare che renderà praticamente indistinguibile l'orbita operata rispetto a quella del lato sano.
«Il tutto è stato condotto nella massima garanzia di sicuro proseguimento della gravidanza – concludono i medici – che sarà portata a termine naturale con la nascita di un bimbo che non ha mai subito ripercussioni del delicato intervento cui è stata sottoposta la mamma».
