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Allarme degli oncologi: diagnosi in ritardo

Tumori: prevenzione e terapie

Sanihelp.it – La pandemia ha provocato, tra l’altro, dei ritardi nelle diagnosi che hanno come conseguenza l’aumento di casi di tumore in fase avanzata. 


«Per questo, serve subito un Recovery plan, ovvero un Piano di recupero dell'oncologia, per colmare i ritardi nell'assistenza» spiega Saverio Cinieri, presidente dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica.

Alla vigilia del World Cancer Day, la Giornata mondiale contro il cancro, che si è svolta il 4 febbraio scorso, l'Associazione Italiana di Oncologia Medica fotografa lo stato dell'oncologia nel Paese e avverte: «Senza un'adeguata programmazione, con assegnazione di risorse e personale, le oncologie non saranno in grado di affrontare l'ondata di casi in fase avanzata stimati nei prossimi mesi e anni».

In queste settimane, l’ondata della pandemia causata dalla variante Omicron ha provocato il rallentamento della programmazione degli interventi chirurgici di oncologia, in quanto le terapie intensive sono occupate dai malati di Covid. Questo può essere molto grave per le persone colpite dal cancro, perché la tempestività delle cure e degli interventi è fondamentale per un buon risultato della terapia.

Il presidente Aiom chiede che la crisi non sia affrontata con iniziative estemporanee come è stato fatto finora, ma che sia definito un programma a medio e a lungo termine sull’attività oncologica ospedaliera. La mancanza di personale e l’improvvisazione rischiano di vanificare gli ottimi risultati in termini di guarigione e sopravvivenza raggiunti finora, grazie anche ai progressi della ricerca.

«Servono più risorse da investire nella ricerca clinica, ma anche nella ricerca di laboratorio ed epidemiologica. Oggi sappiamo che fino al 40% dei tumori potrebbe essere prevenuto migliorando gli stili di vita, cioè smettendo di fumare, evitando il sovrappeso e mantenendo un alto livello di attività fisica; ma si stima anche che il 16% delle morti per cancro potrebbe essere attribuibile a esposizioni ambientali. In questo senso i prossimi anni, in cui ci si augura che su scala globale si realizzi la cosiddetta transizione ecologica necessaria per salvare la terra, rappresentino una occasione anche per la prevenzione primaria del cancro, affinché gli interventi collettivi e individuali necessari per ridurre le emissioni di gas serra e il riscaldamento globale siano coerenti con le modifiche comportamentali che consentirebbero di ridurre l’incidenza e la mortalità per cancro» conclude Francesco Perrone, Presidente eletto AIOM.

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