Sanihelp.it – Il pensiero critico è l’abilità di valutare l’affidabilità di un’informazione o di una qualunque affermazione. Solo in questo modo, infatti, si riesce ad argomentare un’opinione senza risultare incoerenti, superficiali e confusi. Oggi, l’abilità di analizzare e soppesare le informazioni per arrivare a una conclusione chiara e precisa rappresenta una vera e propria un’urgenza, soprattutto tra gli adolescenti, ma non solo.
Molte persone, infatti, a causa di Internet non sono più in grado di analizzare in modo oggettivo le informazioni che possiedono e di interpretare i dati e le esperienze. A sostenerlo è persino il padre del web, l’informatico tedesco Leonard Kleinrock (ha contribuito allo sviluppo di ARPANET, la rete progenitrice di Internet, stabilendo la prima connessione tra computer nel ’69).
Secondo l’esperto molta gente si appoggia al computer per pensare invece di ragionare con la propria testa. Google si sarebbe sostituito alla nostra capacità di pensare in silenzio. Il suo punto di vista ha un fondo di verità, del resto quando si cerca una parola su Internet, il motore di ricerca attiva una serie di parametri in base alle informazioni che ha raccolto precedentemente su di noi e ci restituisce una serie di risultati attinenti, che non fanno altro che confermare le nostre opinioni.
In questo modo, quindi, quasi impercettibilmente siamo tagliati fuori da una quantità importante di materiale e abbiano un’idea limitata della realtà circostante. Questo è sicuramente il primo motivo per cui Internet riduce il nostro senso critico. I social network, inoltre, hanno creato una nuova realtà che incoraggia il narcisismo a scapito della capacità critica.
Quando pubblichiamo qualcosa, anche se non lo facciamo in modo consapevole, ci aspettiamo una reazione da parte degli altri, la loro approvazione. Se questo non accade ci sentiamo frustrati e arriviamo persino a dubitare della validità del nostro pensiero.