Sanihelp.it – I buoni propositi per il nuovo anno sono una specie di tormentone.
Si identifica un obiettivo, o anche più di uno, e ci si propone di raggiungerlo, ma spesso si fatica ad arrivare alla meta.
Lo yoga può insegnare a prendere in un altro modo anche i buoni propositi, con la logica del Drishti.
Questa parola significa non solo sguardo, ma anche attenzione, e può aiutare a direzionare al meglio i propri buoni propositi.
Diversamente rispetto ad un buon proposito generale, l'invito, per questo gennaio 2020, è quello di identificare il proprio Drishti, cioè l'oggetto sul quale si poserà il proprio sguardo e la propria attenzione.
Ad esempio, il Drishti potrebbe essere quello di smettere di fumare, ma non solo. Si poserà lo sguardo sul risultato: una vita migliore, il risparmio economico, la possibilità di respirare meglio e di evitare i continui raffreddori.
Per capire quale possa essere il proprio Drishti, quindi, sarà necessario pensare oltre. Non ci si dovrà focalizzare sul «dover fare» necessariamente qualcosa, ma su ciò che, per primo, abbia attirato la propria attenzione.
Anche nella pratica yoga si potrà agire così. Invece di porsi come obiettivo quello di fare una verticale, si potrà porre l'attenzione verso i benefici di una pratica più costante, e del proprio sforzo quotidiano, indipendentemente dalla possibilità, infine, di arrivare a fare la verticale.
Questo atteggiamento sarà in grado di ripagare molto di più rispetto ad una semplice definizione di obiettivi generici, e darà una nuova prospettiva all'anno e alle attività che si sceglieranno.