Sanihelp.it – Un mal di gola, un raffreddore, un’insolazione: sono tanti i motivi per i quali un bambino può essere un po’ acciaccato.
Ogni genitore ha il suo asso nella manica per queste situazioni: il latte caldo con il miele, i suffumigi, un bel piatto di brodo di pollo.
C’è un altro rimedio per il benessere fisico e mentale dei piccoli ammalati che dovrebbe sempre essere messo in campo.
Lo suggerisce uno studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences secondo il quale leggere un libro ai più piccoli quando non si sentono bene, può ridurre i livelli di stress e il dolore o la sensazione di disagio avvertita dai bambini.
Il team di ricerca ha scoperto che leggere ai bambini un libro preferito non è utile solo in caso di malesseri passeggeri: leggere una storia ha anche migliorato la qualità della vita dei piccoli ricoverati in ospedale.
Per arrivare a queste conclusioni gli studiosi hanno incluso nel lavoro di ricerca 81 bambini, di età compresa tra due e sette anni, in degenza nell’ospedale di San Paolo a causa di asma, bronchite o polmonite.
Metà bambini hanno ascoltato una storia per 30 minuti, l’atra metà hanno ascoltato la lettura di alcuni indovinelli divertenti.
Per tutti i partecipanti sono stati prelevati campioni di saliva per monitorare l’andamento degli ormoni legati allo stress con l’attività di lettura.
La lettura ha contribuito a ridurre i livelli di cortisolo, cioè di ormone dello stress e ad aumentare quelli di ossitocina, un ormone legato alla sensazione di benessere.
I bambini hanno beneficiato in generale della lettura, ma soprattutto della lettura delle storie soprattutto se del loro genere preferito.
Questa ricerca dimostra che la lettura è un metodo efficace ed economico per aiutare i bambini quando non si sentono bene. L
e storie riescono a innescare nei piccoli ascoltatori il fenomeno del trasporto della narrazione. La lettura, in pratica, fa da innesco per la fantasia del bambino che si trova trasportato in un luogo, un tempo e un posto completamente diverso da quello di degenza e questo lo aiuta a stare meglio, fisicamente e psicologicamente.