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Bimbi e tablet: le regole per non esagerare

Svezzamento digitale sempre più precoce

Sanihelp.it – Il 59% dei bambini usa il computer da solo per circa 1,9 ore al giorno. Molti stanno davanti al pc perché spinti dalla noia: fattore che solo 1 genitore su 4 riconosce. Il 56,2% dei bambini di 9-11 anni gestisce autonomamente il proprio tempo di utilizzo dei device. Sono alcuni dei dati che emergono dalla ricerca commissionata da Ing Bank a Spaee Cattolica nell’ambito del progetto Coltiva il tuo sogno.


Nonostante la diffusa disinformazione riguardo le attività svolte dai figli durante la navigazione in rete e le paure derivanti dalla possibilità che i bambini si imbattano in contenuti pericolosi (54%) o si isolino (20%), meno del 50% dei genitori afferma di utilizzare sistemi di parental control e solo il 58,2% dei bambini e genitori intervistati dichiara che i tempi di fruizione sono gestiti dagli adulti.

Il 97,7% dei genitori afferma che i figli possano apprendere attraverso il computer e per il 22,5% degli intervistati le abilità informatiche sono importanti per le prospettive future, seconde solo all’apprendimento delle lingue straniere. Tuttavia, solo uno su 3 è a conoscenza del coding e solo il 16% lo riconosce come un'opportunità per il futuro dei piccoli.

«Mentre i bambini sono sempre più abili e autonomi nell’utilizzo delle nuove tecnologie, i genitori  sono distratti rispetto ai tempi e ai contenuti della navigazione – commenta Alessandro Antonietti, responsabile del Servizio di Psicologia dell’Apprendimento e dell’Educazione dell’Università Cattolica – Tutte le apparecchiature prevedono l’attivazione di strumenti di filtro e di parental control, ma non sempre gli adulti li conoscono».

L’approccio dei bambini al digitale è ormai precocissimo: 9 su 10 sono già in grado di usare i tablet e gli smartphone dei propri genitori a 2 anni. Una recente ricerca pubblicata su Archives of Disease in Childhood e condotta dall’Università di Cork attesta come l’87% dei genitori di bambini sotto i 2 anni presti il proprio apparecchio touchscreen ai figli.

«L’approccio non solo non deve essere ostacolato, ma favorito – dice il professor Armando Piccinni, presidente della Fondazione BRF ONLUS – Istituto per la Ricerca Scientifica in Psichiatria e Neuroscienze – Bloccare questo processo di alfabetizzazione precoce non solo sarebbe inutile, ma dannoso: rischieremmo di creare dei disadattati digitali. Tocca al genitore delimitare il tempo di utilizzo. 

L’azione pedagogica non deve essere sbrigativamente racchiusa in un sì/no. Diventa necessario operare selettivamente, valutando anche i rischi alla vista e di insonnia, non sottovalutando le moderne patologie, prime fra tutte la internet/electronic device addiction, che riguarda spesso i bambini e gli adolescenti che non hanno ricevuto un'educazione digitale opportuna.


Dare il tablet al proprio bimbo con App a lui dedicate, selezionarle e sperimentarle insieme favorirà la formazione di un linguaggio mentale abituato al digitale. Usare questo mezzo per tenere i propri figli buoni per ore, come accade con la televisione, sarà invece l'anticamera di un utilizzo incongruo ed eccessivo. Non vanno sottovalutati i rischi, come quello di allontanare il bimbo dal mondo reale a favore di un universo virtuale fantastico, ma inesistente».

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