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Nel Lazio una legge per tutelare la salute sessuale maschile

Uomo

Sanihelp.it – C’era una volta la visita di leva obbligatoria che, a lungo, ha rappresentato un’importante occasione di prevenzione andrologica, permettendo di cogliere in età giovanile eventuali problematiche genitali maschili. Da quando non c’è più, ribadiscono spesso urologi e andrologi, sono aumentate le patologie che vengono però diagnosticate più tardi, in genere quando il ragazzo ormai fattosi uomo vuole mettere su famiglia. Spesso è addirittura troppo tardi e fertilità e salute sessuale ne risentono pesantemente.


Già nel 2013 uno studio nazionale presentato dagli urologi della Società Italiana di Urologia e condotto su circa 5 mila diciottenni in sei città italiane, evidenziava come il 30% di essi soffrisse di malattie andrologiche significative da risolvere subito per non rischiare problemi futuri. Solo il 10-15% dei giovani dimostrava di sapere dell’esistenza di uno specialista di riferimento per la sessualità maschile ma ben il 98% non si faceva visitare.

Nasce dalla considerazione di questa situazione la proposta di legge regionale (la numero 18 del 20 aprile 2018) Disposizioni in materia di tutela della salute sessuale e della fertilità maschile, che lo scorso 6 novembre è stata approvata all’unanimità dal Consiglio regionale del Lazio. La legge, come ha dichiarato il consigliere Eugenio Patané, primo firmatario del testo approvato: «si pone come obiettivo quello di sviluppare un programma di screening e prevenzione delle patologie andrologiche per i ragazzi tra i 14 e i 25 anni e di favorire la dotazione, presso ospedali e ambulatori, di strutture di urologia andrologica per intercettare, diagnosticare e trattare tali patologie». Si prospetta quindi una visita gratuita per tutti i giovani nel range d'età descritto.

Si tratta della prima proposta di legge in Italia che si prefigge di tutelare la salute sessuale e la fertilità maschile. Ed è stata accolta positivamente dagli addetti ai lavori: «Siamo estremamente soddisfatti di questo obiettivo raggiunto dopo molti anni d'impegno e promozione di campagne di prevenzione andrologica. Questo screening, per cui la Regione Lazio ha dato un grande esempio di progresso sociale e civile, permetterà di intercettare molte patologie della fertilità e della sessualità maschile» ha commentato a Repubblica Alessandro Palmieri, presidente della Società Italiana di Andrologia (Sia). Chissà se anche altre Regioni seguiranno questa strada.

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