Sanihelp.it – Parlare di intimità e di salute di genere con i figli è tradizionalmente considerato un tabù. Ma oggi sembra farsi strada una maggiore sensibilità: per ben un italiano su tre l’educazione alla sessualità è tema che non può essere trascurato nella crescita dei figli ed è importante affrontare in famiglia l'argomento fin dal periodo delle elementari.
È quanto emerge dall'ultima ricerca dell’Osservatorio Reale Mutua sul welfare, secondo cui la maggior sensibilità dei connazionali verso questi aspetti si accompagna a una maggiore attenzione per la prevenzione di genere, in cui esiste da tempo un forte gap. Se di solito le ragazze iniziano fin da giovani a fare check up andando regolarmente dal ginecologo, lo stesso non si può dire dei loro coetanei maschi rispetto all’andrologo.
Per un italiano su due questa differenza è frutto di abitudini, situazioni e convinzioni da superare e anche per i ragazzi l'accesso a visite e controlli durante l’adolescenza è fondamentale. Ma a fronte di una maggiore consapevolezza, ancora un italiano su quattro si dice convinto che a essere necessari a questa età siano solo i controlli per le ragazze.
Quali sono allora le ragioni? In primis una scarsa informazione sulle problematiche di salute maschili (39%), ma anche una certa difficoltà a parlare dell'argomento (32%). Il 17% dice che questa situazione nasce dalla famiglia e dovrebbero essere in primis i genitori a mostrarsi più sensibili. C'è poi un 10% che ne fa una questione culturale e di bassa attenzione al tema.
Quali sono le visite cui non si può rinunciare per un adolescente? Per oltre un italiano su due (58%) quelle dentistiche (58%). Seguono l'oculista (42%) e il ginecologo e andrologo (36%). Le difficoltà e i rischi cui gli adolescenti sono più esposti in questa età di passaggio? Il più temuto, da oltre un italiano su tre (37%), è l'uso di sostanze stupefacenti, poi gli episodi di bullismo (29%). Un italiano su quattro vede invece il rischio maggiore in un utilizzo eccessivo, che può arrivare fino alla dipendenza, della tecnologia, con possibili ricadute sulla salute e la socialità.
In questi casi ricopre un ruolo importante l'educazione, ma quali sono i canali attraverso cui può raggiungere gli adolescenti? Spiccano le esperienze di gruppo (65%), come quelle dello sport. Quasi un italiano su tre ritiene indispensabile la figura dello psicologo. Per un italiano su quattro anche i social network sono un veicolo dalle potenzialità educative: favoriscono le interazioni e la condivisione tra coetanei (30%), possono far passare messaggi positivi (30%) e aprire canali di ascolto e intervento per gestire disagi e problematiche giovanili (29%).