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La musica in filodiffusione contro il Covid-19

Sanihelp.it – Diffondere musica nel reparto Covid 19 e nella terapia sub intensiva, per attutire i rumori dell’ambiente e dare sollievo ai pazienti: una gara di solidarietà ha permesso di realizzare un impianto per la filodiffusione al Policlinico San Marco di Zingonia, uno degli ospedali bergamaschi del Gruppo San Donato.


L’iniziativa sarà presto avviata anche al Policlinico San Pietro (BG) e all’IRCCS Policlinico San Donato (MI).

L’idea è partita dal dottor Nicola Sertori, giovane medico trentatreenne, che in questi giorni è il responsabile facente funzione del reparto sub intensivi del Policlinico San Marco, in cui sono ricoverati 120 pazienti, tutti Covid 19.

Un’intuizione immediatamente raccolta dall’amministratore delegato dell’ospedale, Francesco Galli, e trasformata nel giro di pochissimi giorni in realtà, grazie a una gara di solidarietà sostenuta dal colosso dell’arredamento Ikea e un’azienda bergamasca, la Spider Linee Vita.

«Nei giorni scorsi mio padre è stato ricoverato nel mio reparto per Covid 19 e poiché ama la musica volevo fargli sentire una canzone, in stile blues e country» racconta il dottor Sertori.

«Ed è stato lì che la mia attenzione si è spostata su ciò che si sente nel reparto, ovvero il frastuono dei respiratori, le ruote dei carrelli che cigolano, il suono delle apparecchiature elettroniche che garantiscono la sopravvivenza dei ricoverati. Rumori che sentono sia i pazienti sia noi operatori. Ne ho parlato prima con il mio primario, Andrea D’Alessio, che ha appoggiato questa idea, e poi all’amministratore delegato che l’ha subito sposata con entusiasmo».

« Quando il dottor Sertori mi ha proposto questa idea mi sono subito attivato per cercare di realizzarla in tempi brevi» ha commentato Francesco Galli, ad degli Istituti Ospedalieri Bergamaschi. 


«Ho scritto un post su Facebook su come risolvere tecnicamente la diffusione e nell’arco di poche ore sono stato travolto da un’ondata di post da parte di amici e conoscenti, tutti pronti a dare una mano. In un giorno abbiamo definito la soluzione. È stato davvero sorprendente. In questo tam tam ho ottenuto entro il giorno dopo i contatti di due aziende che potevano fornire la tecnologia adeguata, una bergamasca e Ikea. Contattate per telefono, abbiamo immediatamente ricevuto la disponibilità alla donazione delle apparecchiature per la filodiffusione. In cinque giorni abbiamo già montato i primi apparecchi. Un gran lavoro di squadra, per il quale voglio ringraziare davvero tutti, che ci permetterà di offrire ai nostri pazienti un sollievo, seppur parziale, in un momento così delicato e difficile».

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