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Maskne, il nuovo volto dell’acne

Bellezza ai tempi della pandemia

Sanihelp.it Brufoletti, punti neri, zone infiammate. Un problema classico che oggi si chiama con un nuovo nome: maskne, contrazione di mask, la mascherina che l’emergenza sanitaria ci impone ormai da un anno di indossare, e acne.


«L’acne che oggi definiamo maskne trova ragion d’essere nella situazione stressante che stiamo attraverso e nell’uso della mascherina come dispositivo di difesa» spiega la dottoressa Emanuela Fogli, dermatologa al San Pier Damiano Hospital di Faenza.

«La testimonianza che si tratti di un tipo particolare di acne sta nel fatto che il fiorire delle piccole imperfezioni si registra anche in chi non ha la pelle grassa e nelle donne adulte, in genere risparmiate da una problematica tipicamente giovanile» continua l’esperta

Se gli ormoni giocano infatti sempre un ruolo chiave nella comparsa delle imperfezioni, nel caso della maskne sono proprio le aggressioni esterne a favorire la fioritura di brufoletti sul viso.

Sul banco degli imputati c’è innanzitutto la mascherina. «Più è filtrante, più aderisce al volto creando un microambiente caldo e umido che favorisce la produzione di sebo, l’oleosità della pelle e la conseguente comparsa di un’acne aspecifica» spiega l’esperta.

«Naturalmente più si è costretti a tenere la mascherina, maggiori sono le possibilità che si formino imperfezioni: ecco perché appena possibile, in condizioni di sicurezza, è bene lasciare libera la pelle di respirare» continua la dottoressa Fogli. 

Altra buona regola da adottare è quella di cambiare spesso la mascherina e qualora si usi quella in tessuto di lavarla con cura ogni giorno.


C’è poi lo stress. «Se non scatena direttamente le imperfezioni, le peggiora visto che l’acne adulta è spesso aggravata dalle tendenza a stuzzicare i brufoletti, un gesto che infiamma e provoca cicatrici e che viene naturale fare con maggior frequenza quando si è stanche e in ansia» commenta l’esperta.

Se la maskne è legata all’uso della mascherina, c’è un altro tipo di acne, definita cellakne, che vede come responsabile il cellulare. Veicolo di batteri e di germi, lo schermo dello smartphone provoca anche un leggero calore che insieme alla pressione dello schermo sulla guancia, è in grado di stimolare l’attività delle ghiandole sebacee.

«E’ fondamentale che la pelle respiri libera almeno di notte ed è per questo che è buona abitudine  pulirla con cura prima di andare a letto, anche se non ci si trucca» commenta la dermatologa. «Servono detergenti delicati, emollienti e restitutivi se l’acne ha una connotazione irritativa con brufoletti e arrossamenti in modo che la pulizia sia profonda ma al tempo stesso dolce e rispettosa» continua Fogli.

«Nel caso invece di eccesso di sebo e imperfezioni molto visibili, è preferibile optare per formule antisettiche a risciacquo da massaggiare con dolcezza sul viso e portare via con acqua, mai troppo calda altrimenti si rischia di stimolare le ghiandole sebacee» continua l'esperta.

Per mantenere la pelle pulita e pura è utile completare la strategia di purificazione programmando a cadenza settimanale, in giorni diversi, uno scrub e una maschera a base di argilla, carbone e altre sostanze naturali assorbenti e detossinanti.

Anche in presenza di eccesso di sebo e impurità la pelle ha comunque bisogno di essere idratata. «Servono idratanti con un’azione seboregolatrice, astringente e purificante, sempre con una consistenza soft, in gel-crema, siero o mousse per evitare di occludere i pori e peggiorare il quadro dell’acne» commenta la dottoressa Fogli.

Prezioso sos sono infine i prodotti da usare localmente che offrono un aiuto immediato per seccare i brufoletti e restituire purezza al viso.

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