Sanihelp.it – La scrittrice Isabella Allende, nel libro Afrodita, raccolta di racconti, ricette e altri afrodisiaci, definisce gli afrodisiaci «qualsiasi sostanza o attività che pungola il desiderio amoroso. Alcuni funzionano in base a principi scientifici, ma la maggior parte agisce grazie all’impulso dell’immaginazione».
Sono più di 300 gli articoli scientifici riferiti a sostanze afrodisiache, di cui circa 45 dedicati a cibi afrodisiaci. In nessuno di essi vengono però riportati dati in grado di confermare l’esistenza di alimenti che direttamente, per la loro composizione e le loro caratteristiche organolettiche, influiscono sul desiderio sessuale e sul piacere. In altre parole, non esistono evidenze scientifiche a dimostrazione delle influenze positive di alcuni alimenti sul comportamento sessuale.
Esiste invece, secondo gli andrologi della SIA, un effetto positivo sulla sessualità dettato da suggestioni legate alle situazioni, agli odori, alle forme e anche ai luoghi comuni. «Il termine afrodisiaco si riferisce a ciò che permette di accendere il desiderio, accrescere energie fisiche, esaltare i sensi e aumentare l’intensità degli stimoli, ben di più della semplice stabilizzazione del fenomeno erettivo – chiarisce Nicola Mondaini, Dirigente Medico I Livello, Ospedale S. Maria Annunziata, Università di Firenze – Il legame cibo-sesso ha il nome di un ormone: il Vip (Vasoactive intestinal polypeptide), sostanza che provoca la vasodilatazione dei corpi cavernosi dei genitali, che sia nel maschio che nella femmina tendono a riempirsi di sangue».
Uomini e donne sono sempre alla ricerca di cibi afrodisiaci e continua a essere apprezzata a tale scopo la cosiddetta cucina di Venere, con caratteristiche che ritroviamo nei cibi classici della dieta mediterranea, che potrebbe, in questo senso, essere definita la dieta dell’amore: piatti a base di crostacei, ostriche e aragoste; aglio e peperoncino; legumi, cipolle, melanzane, castagne che nell’antichità si riteneva determinassero erezione ed eiaculazione; miele e uova, cibi ipercalorici utili a reintegrare il dispendio energetico provocato dall’attività sessuale.
Fra gli altri alleati dell’amore ci sono anche altri ormoni come l’androstendiolo, presente per esempio nel tartufo, la feniletilamina, che ritroviamo nel formaggio e nel cioccolato e che viene prodotto dal cervello nella fase dell’innamoramento. La senape attiva le ghiandole sessuali, lo zafferano stimola le zone erogene e il sedano fluidifica il sangue.
Fra gli afrodisiaci non poteva mancare il vino rosso tipico dell’area mediterranea, la cui assunzione in modeste quantità ha effetto disinibente e facilitante l’attività sessuale.
Una ricerca realizzata dall’Ospedale S. Maria Annunziata di Firenze, noto per la sua localizzazione geografica come Ospedale del Chianti, su un campione di 789 donne di età compresa tra i 18 e i 50 anni residenti nel Chianti ha evidenziato gli effetti positivi del vino rosso sulla sessualità delle donne. «Dallo studio – spiega Mondaini, a capo della ricerca – è emerso che le donne che consumano 1-2 bicchieri di vino rosso al giorno hanno una sessualità migliore rispetto al gruppo delle donne astemie e anche di coloro che bevono occasionalmente, soprattutto in termini di desiderio e lubrificazione».