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Nasce la medicina integrata

Firmato uno storico accordo

Sanihelp.it – È l'Italia il teatro dello storico incontro tra medicina tradizionale e cure alternative, del dialogo fra Cina ed Europa sulla possibile integrazione delle rispettive culture mediche.


È di pochi giorni fa infatti la firma della Dichiarazione di Bologna da parte del professor Romano Prodi, presidente della Foundation for World Wide Cooperation, e di Xu Jialu, già Presidente dello Standing Committee of the National People’s Congress della Repubblica Popolare Cinese.

Il documento sigilla la volontà delle due medicine di collaborare insieme per il benessere dell'umanità. L'obiettivo è quello di costituire un tavolo permanente, che si darà appuntamento annualmente nei diversi Paesi del mondo, per la costruzione sinergica di un nuovo modello di salute e cura delle malattie in grado di far cooperare la sapienza medica della tradizione cinese con la scienza medica occidentale.

«L'Oriente e l'Occidente hanno sviluppato culture, valori e tradizioni differenti. Ma non hanno comunicato abbastanza fra di loro e così hanno perso l’opportunità di migliorarsi grazie al mutuo scambio», ha dichiarato il professor Prodi.

Oggi la medicina tradizionale cinese riveste un ruolo importante in tutto il mondo nella cura di malattie diffuse quali i disturbi cardiovascolari, i tumori, l'epatite, le malattie croniche. In Cina si contano 3.232 ospedali che praticano questo approccio, che rispondono alla richiesta di più di 360 milioni di persone.

L'integrazione con la medicina occidentale è uno degli obiettivi cardine della attuale politica sanitaria del governo Cinese: già oggi si contano nel Paese 245 ospedali che integrano le due strategie di cura.

E oggi le prospettive di cura integrata si ampliano ancora di più, grazie a questo documento di intesa. Per esempio nel corso del convegno sono stati presentati i risultati di alcune ricerche che dimostrano come malattie importanti come i tumori e le malattie cronico degenerative passono essere affrontati in modo più efficace mettendo a frutto l'esperienza di entrambe le culture mediche.


Per esempio, nell'ambito della fitoterapia il sulforafane, sostanza estratta dai vegetali della famiglia delle crucifere (cavoli e broccoli), si è dimostrato particolarmente efficace in studi su modelli animali e cellulari quale agente chemiopreventivo, con il vantaggio di riuscire ad agire selettivamente sulle cellule cancerose, senza influire sulle cellule sane.

Nel campo della lotta alla leucemia il dialogo fra medicina tradizionale cinese e medicina occidentale ha fatto emergere alcuni tratti comuni: l'intento di personalizzare il trattamento, di combinare vari prodotti al fine di aumentarne l'efficacia, infine di riparare e non distruggere le cellule maligne.

Sin dal 1982, l'impegno dei ricercatori degli Istituti di ematologia di Parigi e di Shanghai si è concentrato sullo studio della terapia di differenziazione, con l'obiettivo di trasformare una cellula maligna in una sana, utilizzando prodotti naturali quali l'arsenico e i retinoidi (vitamina A). Grazie a questa esperienza, oggi la leucemia acuta promielocitica può essere curata nel 90% dei casi.

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